IL TEMPO PER................. ESSERE GENTILI

  martedì 12 novembre 2019

13 NOVEMBRE GIORNATA MONDIALE DELLA GENTILEZZA

 

Sapete che, in mezzo a tante feste, ricorrenze e rievocazioni, c’è anche la giornata mondiale  della gentilezza?

Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la “Giornata mondiale della Gentilezza”, istituita nel 1997 a Tokyo; e anche l’Italia, insieme a numerosissimi altri Paesi, aderisce all’iniziativa.

In questa giornata la parola d’ordine è “essere gentili”.

Questa giornata è l’occasione per sollecitare azioni, parole e gesti di cura e di attenzione verso gli altri; per imparare a stare insieme con rispetto, empatia e con reciproca allegria. Sì, perché si spera che la gentilezza diventi contagiosa…

La Gentilezza a cui si fa riferimento è una qualità e una caratteristica etica; è un modo di comportarsi che mette al centro la cura e l’attenzione per gli altri, il buon senso e la competitività equilibrata.

In questo giorno (ma non solo in questo!) bisogna promuovere l’attenzione e il rispetto verso il prossimo, la cortesia dei piccoli gesti, la pazienza, la cura, l’ascolto dei bisogni altrui.

È un’occasione in più per moltiplicare le parole e i gesti di rispetto e per ricordarsi che tante piccole azioni positive messe insieme possono contribuire a cambiare il mondo. Naturalmente questo dovrebbe essere fatto ogni giorno e non solo nel “giorno gentile”. Questa giornata tuttavia può diventare il pretesto per introdurre il tema della relazione con gli altri, per discutere in classe delle parole che usiamo, degli atteggiamenti e delle attitudini che esprimiamo. E per chiedere, non solo agli adulti, ma anche  agli alunni di  imparare a fare qualcosa di più del loro dovere: a fare le cose difficili, come suggerisce Gianni Rodari nella sua Lettera ai bambini:

 

È difficile fare

le cose difficili:

parlare al sordo

mostrare la rosa al cieco.

Bambini, imparate

a fare le cose difficili:

dare la mano al cieco,

cantare per il sordo,

liberare gli schiavi

che si credono liberi.

(da Parole per giocare, 1979)

  

Gentili non si nasce, si diventa. Il rispetto e la gentilezza s’imparano fin da piccoli.

Si insegna ai bambini e ai ragazzi attraverso i gesti e le parole, gli esempi e le scelte quotidiane che noi stessi adottiamo. I bambini infatti imparano, oltre che dalle parole ed esortazioni, anche dagli esempi e dai comportamenti degli adulti, dai segnali espliciti e impliciti che essi colgono e fanno propri. Oggi, più che in passato, nella scuola e negli spazi dell’incontro, i bambini vedono le differenze e sperimentano concretamente la pluralità. Entrano a contatto ogni giorno con le diversità delle storie, dei riferimenti culturali, delle provenienze e delle appartenenze. E dalle situazioni di convivenza quotidiana possono imparare la curiosità e l’apertura, il rispetto e la cura.? Possono diventare consapevoli che i gesti che vengono fatti agli altri e le parole che vengono dette tornano sempre indietro e vengono “restituiti” al mittente.?

A questo proposito, una storia tradizionale racconta di un bambino che era spesso aggressivo e che si lamentava perché non era accettato dai compagni. Il padre allora lo portò sulla montagna e lo invitò a dire le stesse parole che di solito rivolgeva ai suoi compagni. Grazie all’eco, le parole cattive ritornarono indietro fino a lui, potenziate e amplificate nel tono e nella potenza. Gli disse poi di provare a dire delle parole gentili, di apprezzamento e di accoglienza verso i suoi compagni, immaginando di averli lì davanti. Le stesse parole buone e gentili tornarono forti e chiare fino alle sue orecchie. Il bambino capì così che le parole e i gesti funzionano come l’eco della montagna: quello che si dice e che si fa ci ritorna indietro con lo stesso colore e con il medesimo segno.

 

Ma come si può educare all’attenzione nei confronti di se stessi e degli altri, di coloro che sentiamo simili e vicini e, soprattutto, verso chi ci appare distante e differente? Lo si può fare attraverso proposte concrete e coinvolgenti che dovrebbero agire in due direzioni: quella di aprire le menti e quella di aprire il cuore. Il rispetto infatti non si insegna attraverso i richiami al dover essere, ma trasmettendo più conoscenze e informazioni sul mondo, su di sé, sugli altri e sulle dense e inestricabili interazioni che uniscono da sempre le vicende umane e i contesti diversi.

Il rispetto lo si insegna anche allenando i bambini all’empatia, all’ascolto di sé e degli altri, a lasciare spazio e tempo a ciascuno, a capire punti di vista diversi dal proprio.

E allora, nel giorno della gentilezza, che si dilaterà fino a diventare settimana, mese e poi anno e che diventerà contagioso, proviamo a sperimentare la forza e la creatività del rispetto attraverso:

l’attenzione alle parole che usiamo per definire e rappresentare gli altri;

l’adozione di gesti individuali di gentilezza e di apertura.

La settimana con le sue diverse iniziative vuole essere l’occasione per sviluppare nel nostro Istituto la valorizzazione delle relazioni positive tra personale, docenti, studenti e famiglie, come antidoto ai tanti fenomeni che deteriorano e ostacolano la serenità e la condivisione dei valori di buona convivenza civile, di composizione dei conflitti e di cittadinanza attiva.  Vuole essere, ancora una volta, l’occasione per riflettere e riscoprire assieme gli aspetti positivi e migliori del nostro vivere sociale.

  

 

Per saperne di più sulla Giornata Mondiale della Gentilezza...

Vai al sito: www.gentletude.com

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