Concerto: 100 anni dopo la Grande Guerra

  mercoledì 28 novembre 2018

Il 30 novembre 2018, nell’Auditorium della Scuola media “Pitagora”, si è svolto il concerto “100 anni dopo la Grande Guerra”, organizzato dall’Uniter, presieduta dal professor Italo Leone, dall’associazione musicale Aulos e dall’Istituto Comprensivo Perri-Pitagora.
Si sono esibiti il soprano Teresa Cardace e la pianista Rosa D’Audino che hanno eseguito alcune canzoni storiche, composte durante il periodo della Prima Guerra Mondiale e cantate dai soldati nelle trincee, in quei brevi momenti di apparente calma, quando il silenzio delle armi lo permetteva.
Anche quando il nemico non si vedeva, la resistenza fisica dei soldati era messa a dura prova dalla situazione estrema del fronte, dalle intemperie e dall’ambiente inospitale d’alta quota; così dagli animi e dai cuori, fiaccati dalla nostalgia, si levavano questi canti struggenti.
E’ stato assai emozionante ascoltare le note e la malinconica melodia di canzoni come Addio mia bella addio, O Surdato ‘nnammurato, Montenero, Era una notte che pioveva, La leggende del Piave, O mio babbino caro, Sul ponte di Bassano, La canzone (campana) di San Giusto, la cui esecuzione è stata inframmezzata dalla voce narrante di Roberto Giocondo.
Prima del concerto c’è stato il saluto della Dirigente Scolastica, dott.ssa Teresa Bevilacqua e del prof. Italo Leone, soddisfatti di questa collaborazione che ha pienamente coinvolto i ragazzi delle classi terze, i cui programmi prevedono lo studio di questo importante momento storico. Gli alunni Pasquale Leone e Maria Gaetano hanno ricordato il ruolo determinante svolto dalla Brigata Catanzaro, Unità di fanteria, comandata dall’Ufficiale Adolfo Zamboni. Logorata dai lunghissimi turni in trincea di prima linea nei settori più contesi, l’unità venne impiegata come brigata d'assalto sul Carso, dal luglio 1915 al settembre 1917. Ancor più incisiva è stata la presenza di numerosi soldati calabresi, molti giovanissimi, i cosiddetti ragazzi del 1899, che <<Piccoli, brutti, curvi, si incamminarono verso le colline carsiche…dalla remota Calabria…Fieri e indomiti, i Calabresi non conobbero la viltà: alla patria in pericolo consacrarono tutta l’energia dei loro rudi cuori, tutto il vigore delle floride vite.>> (dai diari di guerra di A. Zamboni).
A cura di Maria Gaetano e Pasquale Leone, classe III sez. C